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Claritromicina e allucinazioni


I disturbi psichiatrici indotti da antibiotici, descritti originariamente una cinquantina di anni fa, sono stati imputati soprattutto a Penicillina, Eritromicina, Claritromicina e Isoniazide.

Per quanto concerne la Claritromicina ci sono dati riguardo al suo passaggio attraverso la barriera emato-encefalica, sebbene non sia stata ancora chiarita la sua interazione con la neurotrasmissione centrale.
La Claritromicina è stata associata a mania ( antibiomania ), psicosi e delirio.

Una revisione delle segnalazioni spontanee della banca dati dell’Organizzazione mondiale della sanità ( OMS ), condotta nel 2002, ha riportato oltre 80 casi di mania indotta da antibiotici, il 27,6% dei quali riferiti a Claritromicina.

Dall’analisi della banca dati di segnalazione spontanea dell’FDA ( Food and Drug Administration ) la Claritromicina e la Ciprofloxacina sono i farmaci più spesso associati a disturbi maniacali.

Nella fase di sorveglianza dopo la commercializzazione di Claritromicina sono stati segnalati effetti transitori a carico del sistema nervoso, quali vertigini, acufeni, perdita dell’orientamento, depersonalizzazione, ansia, insonnia, confusione, e allucinazioni, anche se non è stata mai stabilita una correlazione certa causa-effetto.

Sono stati pubblicati alcuni case report di allucinazioni visive provocate dall’uso di Claritromicina, come ad esempio quello riferito a una donna di 2 anni che ha manifestato allucinazioni e un forte stato ansioso dopo l’assunzione della seconda dose orale del farmaco.

La familiarità per disturbi psichiatrici appare essere un fattore importante per la comparsa di queste reazioni, anche se le allucinazioni possono verificarsi anche in soggetti con anamnesi personale e familiare negativa per tali eventi.

I disturbi psichiatrici da Claritromicina potrebbero essere collegati all’azione di un metabolita attivo liposolubile del farmaco ( 14-Idrossiclaritromicina ) che penetra più facilmente nel sistema nervoso centrale.
Altre ipotesi implicano un’azione diretta della Claritromicina e riguardano la sua capacità di interagire sul sistema GABAergico e dell’acido glutammico.

Nella Rete nazionale di farmacovigilanza sono presenti 15 segnalazioni di allucinazione in pazienti che stavano assumendo Claritromicina, due delle quali inviate nel 2008.
I casi riportati nel 2008 riguardano pazienti che hanno assunto il farmaco per una sinusite e una bronchite acuta alle dosi di 1 g/die. In un caso comunque i sintomi sembravano da riferire più allo stato di iperpiressia che al farmaco.
In letteratura è comunque riportato un episodio di psicosi ( con allucinazioni ) in un paziente trattato con 500 mg/die di Claritromicina.

La scheda tecnica della Claritromicina riporta svariati disturbi psichiatrici associati all’uso, tra i quali ansia, insonnia, allucinazioni, psicosi, disorientamento, incubi, confusione e depersonalizzazione.

Le allucinazioni sono previste anche per altri macrolidi quali Eritromicina ( 3 casi nella Rete nazionale di farmacovigilanza), Roxitromicina ( 1 caso nella Rete nazionale di farmacovigilanza ) e Telitromicina ( 1 caso nella Rete nazionale di farmacovigilanza ).
Ulteriori segnalazioni di allucinazioni da macrolidi con data antecedente al 2001 sono inserite nel database del Gruppo interregionale di farmacovigilanza ( GIF ).

Considerato il numero ridotto di casi ( pubblicati e non ) di allucinazioni o altri sintomi psicotici indotti da antimicrobici in relazione al loro ampio consumo, viene ipotizzato che tali eventi siano piuttosto rari e che possano insorgere con meccanismo idiosincrasico in soggetti predisposti; si tratterebbe quindi di eventi non prevenibili.
Le allucinazioni indotte da Claritromicina si risolvono generalmente alla sospensione del farmaco. Dai dati disponibili non sembra necessario l’impiego di psicofarmaci per la risoluzione dei sintomi.

Sebbene non si tratti di un rischio statisticamente significativo, i medici e i pazienti devono essere consapevoli della possibilità di insorgenza di disturbi psichiatrici da Claritromicina e della loro reversibilità. ( Xagena2009 )

Fonte: Reazioni – AIFA, 2009


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