L’incidenza e la gravità delle infezioni da Clostridium difficile sono in aumento. Tra i possibili fattori di rischio c’è l’uso della terapia antiacida, in particolare con gli inibitori della pompa protonica.
Tale associazione è discussa e due studi hanno cercato di fare chiarezza al riguardo.
Nel primo studio sono stati raccolti in maniera prospettica i dati di 101.796 pazienti dimessi in un periodo di 5 anni a Boston. E’ stata messa in relazione la presenza o meno di una terapia antiacida ( antagonisti del recettore H2 o inibitori di pompa ) con la comparsa di una successiva infezione da Clostridium difficile.
Nel secondo studio, condotto sempre a Boston, venivano presi in esame solo gli inibitori di pompa somministrati o meno a 1.166 pazienti che avevano in corso una terapia per un’infezione da Clostridium difficile, in questo caso si voleva analizzare l’influenza della terapia antiacida sulle possibili recidive dell’infezione.
Nel primo studio, quanto più alto era il livello di soppressione acida e tanto maggiore era il rischio di andare incontro a un’infezione da Clostridium difficile.
Si è passati infatti da uno 0.3% nei soggetti non-trattati con terapia antiacida allo 0.6% in quelli trattati con anti-H2, allo 0.9% nei soggetti in terapia quotidiana con inibitori di pompa, all’1,4% nei soggetti trattati con uno schema terapeutico che prevedeva la somministrazione di più dosi di inibitore di pompa al giorno.
Dopo l’aggiustamento dei dati, l’odds ratio ( OR ) per un’infezione da clostridio è passata da 1 per i soggetti non trattati a 1.53 per quelli del gruppo H2 antagonisti, a 1.74 per gli inibitori di pompa in singola dose quotidiana, a 2.36 per le dosi quotidiane multiple.
Nel secondo studio la ricorrenza di infezione da Clostridium difficile era maggiore nei soggetti che avevano iniziato un trattamento con inibitori di pompa durante un’infezione da clostridio: 25.2% rispetto a 18.5% nei non-trattati con inibitori di pompa ( hazard ratio, HR=1.42 dopo correzione per i vari fattori di confondi mento ). Tale rischio era maggiore nei soggetti oltre gli ottant’anni.
La riduzione dell’acidità gastrica favorisce l’insorgenza della temibile infezione da Clostridium difficile. Ciò riguarda sia l’infezione primaria nei soggetti in trattamento con farmaci ad azione antiacida sia il rischio di ricorrenza. La prescrizione di farmaci che riducono l’acidità gastrica, in particolare gli inibitori di pompa, deve rispettare le indicazioni ed essere appropriata per non esporre inutilmente il paziente al rischio di effetti avversi anche gravi. ( Xagena2010 )
Howell M, Novack V, et al. Iatrogenic gastric acid suppression and the risk of nosocomial Clostridium difficile infection. Arch Intern Med 2010;170:784-790
Linsky A, Gupta K, et al. Proton pump inhibitors for recurrent Clostridium difficile infection. Arch Intern Med 2010;170:772-778
Fonte: AIFA- Reazioni, 2010
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