Al termine della revisione sui medicinali antidiabetici contenenti Pioglitazone ed insorgenza di cancro della vescica, il Comitato per i Medicinali per uso umano dell’Agenzia Europea dei Medicinali ( CHMP ) ha confermato che questi medicinali rimangono una valida opzione terapeutica per alcuni pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2, ma che vi è un lieve aumento di rischio di cancro della vescica in pazienti che assumono questi medicinali.
Tuttavia, il CHMP ha anche concluso che il lieve aumento del rischio può essere ridotto da un’appropriata selezione ed esclusione dei pazienti, che prevede la necessità di una revisione periodica dell’efficacia e sicurezza del trattamento nel singolo paziente.
I medici prescrittori sono invitati a non utilizzare questi medicinali in pazienti con cancro alla vescica o con una storia di cancro alla vescica o in pazienti con ematuria macroscopica non indagata. Prima di iniziare la terapia con Pioglitazone, devono essere valutati i fattori di rischio per cancro della vescica. Alla luce dei rischi legati all'età, negli anziani deve essere valutato attentamente il bilancio dei benefici e dei rischi sia prima di iniziare la terapia che durante la terapia. I medici prescrittori devono rivalutare il trattamento dei pazienti in terapia con Pioglitazone dopo 3-6 mesi ( e successivamente con regolarità ) per garantire che solo i pazienti che ne traggono sufficiente beneficio continuino ad assumerlo.
Il CHMP ha riesaminato tutti i dati disponibili sull’insorgenza di cancro della vescica, compresi i risultati provenienti da studi preclinici, studi clinici, studi epidemiologici e segnalazioni spontanee. Il Comitato ha inoltre considerato il parere del suo gruppo consultivo scientifico ( SAG ) su Diabete/Endocrinologia. The CHMP ha concluso che le evidenze provenienti da diverse fonti mostrano che vi è un lieve aumento di rischio di cancro della vescica con Pioglitazone.
Recentemente, i dati disponibili provenienti da studi epidemiologici ( studio di coorte Kaiser Permanente Northern California, studio di coorte francese CNAMTS, studio caso-controllo GPRD ) hanno indicato un lieve aumento del rischio di tumore alla vescica ( rischio relativo compreso tra 1.12 e 1.33 ) nei pazienti affetti da diabete mellito trattati con Pioglitazone, in particolare nei pazienti trattati per periodi più lunghi e con le dosi cumulative più elevate.
Inoltre, in una meta-analisi di studi clinici controllati randomizzati, 19 su 12.506 pazienti trattati con Pioglitazone hanno sviluppato carcinoma alla vescica ( 0.15% ) rispetto ai 7 su 10.212 pazienti non-trattati con Pioglitazone ( 0.07% ). Un possibile rischio dopo il trattamento a breve termine non può essere escluso.
In linea con le raccomandazioni del SAG, il CHMP ha concluso che vi sono alcuni pazienti che non possono essere adeguatamente trattati con altre terapie e che trarranno beneficio dal trattamento con Pioglitazone.
Il CHMP ha deciso che non era possibile limitare ulteriormente le attuali indicazioni terapeutiche di Pioglitazone. Tuttavia i prescrittori sono invitati a selezionare attentamente i pazienti e a monitorare la risposta al trattamento. Nei pazienti che rispondono al trattamento, il CHMP ha concluso che i benefici superano i rischi. Il CHMP ha deciso che non vi è la necessità di ulteriori analisi sul tipo, evoluzione e gravità dei casi di tumore della vescica insorti nei pazienti trattati con Pioglitazone rispetto ai pazienti diabetici non trattati con Pioglitazone. Resta non chiaro se si tratti di un effetto precoce o di un rischio con uso prolungato/alta dose cumulativa. Pertanto, il CHMP ha richiesto al titolare di autorizzazione all’immissione in commercio, Takeda, di condurre uno studio epidemiologico paneuropeo incentrato su una più robusta caratterizzazione del rischio, in particolare il periodo di rischio e il rischio con l’aumentare dell’età, al fine di prevedere misure di minimizzazione del rischio basate sull’evidenza.
I medicinali a base di pioglitazone, autorizzati con procedura centralizzata, sono i seguenti: Actos, Glustin, Competact, Glubrava e Tandemact.
Fonte: EMA, 2011
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