L’AIFA ha emesso raccomandazioni sul corretto utilizzo di Metformina.
La Metformina, principio attivo con azione euglicemizzante, trova indicazione nel trattamento del diabete mellito di tipo 2; negli adulti, soprattutto in sovrappeso, come terapia di prima linea dopo il fallimento della dieta, in monoterapia o in combinazione con altri agenti euglicemizzanti orali o con Insulina; nei bambini dai 10 anni di età e negli adolescenti, in monoterapia o in combinazione con Insulina.
In considerazione del possibile rischio di acidosi lattica, viene raccomandato il rispetto delle attuali controindicazioni ed avvertenze riportate per i medicinali a base di Metformina, in particolare per quanto riguarda la presenza di insufficienza renale acuta o cronica.
A tale riguardo l’AIFA raccomanda di:
a) evitare l’uso di Metformina in caso di grave insufficienza renale o disfunzione renale cronica ( filtrato stimato inferiore a 60 ml/min/1.73 m2; assolutamente controindicato per filtrato stimato inferiore a 30 ml/min/1.73 m2 );
b) sospendere, se possibile, temporaneamente il trattamento con Metformina in corso di condizioni cliniche acute potenzialmente in grado di alterare la funzionalità renale, quali ipotensione grave, disidratazione o infezioni gravi;
c) sospendere per un breve periodo ( 2 giorni prima fino ad 1 giorno dopo ) il trattamento con Metformina in corso di interventi chirurgici, somministrazione intravascolare di mezzi di contrasto a base di Iodio o altra procedura che possa comportare un rischio di insufficienza renale acuta.
L’AIFA raccomanda pertanto di stimare il filtrato glomerulare a partire dai livelli di creatinina sierica, sesso, età ed etnia, mediante la formula Modification of Diet in Renal Disease ( MDRD ) a 4 variabili, oppure, se il dosaggio della creatinina utilizza un metodo calibrato sullo standard IDMS, con l’equazione Chronic Kidney Disease Epidemiology Collaboration ( CKD-EPI ).
La stima del filtrato deve essere eseguita ad intervalli regolari ( ogni anno nei soggetti con funzione renale nella norma e ogni 6 mesi nei pazienti anziani o con funzione renale ridotta ). Tale parametro deve essere monitorato anche in situazioni in cui la funzionalità renale può subire rapide modifiche, per esempio all’inizio di una terapia antipertensiva, diuretica o con farmaci antinfiammatori ( FANS ).
Viene inoltre raccomandato di evitare l’uso di Metformina in caso di patologie acute o croniche che possono causare ipossia tissutale ( insufficienza respiratoria, scompenso cardiaco acuto, infarto miocardico recente, shock ), di digiuno o malnutrizione, di insufficienza epatica, di intossicazione acuta da alcol e alcolismo, condizioni nelle quali vi è un aumentato rischio di acidosi lattica.
La comparsa di rarissimi episodi di acidosi lattica grave ( 3 casi per 100.000 pazienti-anno ), che ne controindica l’utilizzo nelle condizioni sopra riportate, è descritta nelle attuali lineeguida sulla gestione del diabete.
I sintomi indicativi di uno stato di acidosi lattica comprendono: astenia, nausea, vomito, aumento della profondità del respiro e progressivo ottundimento del sensorio, ipotermia, crampi muscolari con disturbi come dolore addominale.
Esami diagnostici di laboratorio mirati includono: pH ematico, livelli di lattato plasmatico, rapporto lattato/piruvato e gap anionico.
Infine, in presenza di fattori di rischio per l’acidosi lattica, un’attenta valutazione clinica da parte del medico prescrittore, potrebbe condurre alla decisione di sospendere il trattamento ( in via temporanea o definitiva ) e a considerare le alternative terapeutiche disponibili. ( Xagena2011 )
Fonte: AIFA, 2011
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