Prolia, il cui principio attivo è Denosumab, un anticorpo monoclonale umano ( IgG2 ) diretto contro il RANKL, al quale si lega con elevata affinità e specificità, prevenendo l’attivazione del suo recettore RANK, presente sulla superficie degli osteoclasti e dei loro precursori. Il blocco dell’interazione tra RANKL e RANK inibisce la formazione, la funzionalità e la sopravvivenza degli osteoclasti, riducendo in tal modo il riassorbimento osseo, sia a livello corticale che trasecolare.
Reazioni avverse
Ipocalcemia - In due studi clinici di fase III controllati verso placebo su donne con osteoporosi post-menopausale, circa lo 0.05% ( 2 su 4.050 ) delle pazienti ha riportato diminuzioni dei livelli sierici di calcio ( meno di 1,88 mmol/l ) in seguito alla somministrazione di Prolia. Diminuzioni dei livelli sierici di calcio ( meno di 1.88 mmol/l ) non sono stati invece riportati nei due studi clinici di fase III controllati verso placebo su pazienti trattati con terapia ormonale ablativa.
Infezioni cutanee - Negli studi clinici di fase III controllati verso placebo condotti su donne con osteoporosi post-menopausale, l’incidenza complessiva delle infezioni cutanee è risultata simile nei gruppi trattati con placebo e con Prolia ( placebo [ 1.2%, 50 su 4.041 ] vs Prolia [ 1.5%, 59 su 4.050 ] ). Analoga evidenza è stata osservata anche negli studi clinici di fase III controllati verso placebo condotti su pazienti con cancro della mammella o della prostata trattati con terapia ormonale ablativa ( placebo [ 1.7%, 14 su 845 ] vs Prolia [ 1.4%, 12 su 860 ] ). Le infezioni cutanee che hanno richiesto l’ospedalizzazione sono state riportate nello 0.1% ( 3 su 4.041 ) delle donne con osteoporosi post-menopausale trattate con placebo, rispetto allo 0.4% ( 16 su 4.050 ) delle donne in trattamento con Prolia. Prevalentemente si è trattato di casi di cellulite. Negli studi condotti sui pazienti con cancro della mammella e della prostata, le infezioni cutanee riportate come reazioni avverse gravi sono risultate simili nei gruppi trattati con placebo ( 0.6%, 5 su 845 ) e con Prolia ( 0.6%, 5 su 860 ).
Osteonecrosi della mandibola - Nel programma di sviluppo clinico di Prolia per l’osteoporosi ( 8.710 pazienti trattati per 1 anno o più ), l’osteonecrosi della mandibola ( ONJ ) è stata segnalata raramente.
Cataratta - In un singolo studio clinico di fase III controllato verso placebo su pazienti con cancro della prostata in terapia di deprivazione androgenica ( ADT ), è stata osservata una differenza nell’incidenza di cataratta ( 4.7% Denosumab, 1.2% placebo ). Nessuna differenza è stata osservata in donne con osteoporosi post-menopausale o in donne trattate con inibitori della aromatasi per cancro della mammella non-metastatico.
Diverticolite - In un singolo studio clinico di fase III controllato verso placebo su pazienti con cancro della prostata in terapia di deprivazione androgenica ( ADT ), é stata osservata una differenza nella incidenza di diverticolite ( 1.2% Denosumab, 0% placebo ). L’incidenza di diverticolite è risultata comparabile tra i gruppi di trattamento in donne con osteoporosi post-menopausale e in donne trattate con inibitori della aromatasi per cancro della mammella non-metastatico.
Altre popolazioni speciali - Nel corso degli studi clinici, i pazienti con insufficienza renale grave ( clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min ) o sottoposti a dialisi hanno mostrato un maggior rischio di sviluppare ipocalcemia in assenza di supplementazione con Calcio. Un’adeguata assunzione di Calcio e di Vitamina D è importante nei pazienti con insufficienza renale grave o sottoposti a dialisi. ( Xagena2013 )
Fonte: EMA, 2013
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